Ci sono start up oggi che hanno ricevuto finanziamenti milionari, (ovviamente non propriamente in Italia), ci sono start up oggi che possono contare su team di un certo livello per quanto riguarda l’agglomerato di skills disponibili, ci sono startup oggi che crescono all’interno dei migliori hub al mondo, eppure, eppure falliscono miseramente. Perché? Ce lo siamo chiesti e… 

Top 20 motivi per cui una start up oggi fallisce

Molto interessante l’infografica proposta da CBinsight che mette in evidenza il principale motivo per cui oggi un’azienda iper tecnologica crolla miseramente. No market need. Nessun motivo per restare all’interno di un mercato che di fatto non ha bisogno del nostro prodotto, e dunque della nostra startup.

Seguono altri motivi più o meno risaputi, alcuni più curiosi, altri preoccupanti come l’esaurimento del busdget in tempi più o meno non sospetti, in poche parole, “sperpero a caso” dei quattrini incassati in fase di finanziamento.

Una piccola considerazione la vogliamo fare,

nel segno del metodo “Lean”, teorizzato ed applicato poi da Eric Ries in diversi suoi progetti hi-tech

Lean Start up

Come si fa a capire quando stiamo prendendo una cantonata pazzesca? Semplice, testare il mercato prima che il nostro investimento diventi insostenibile a lungo termine e prima soprattutto che tutto crolli in maniera indissolubile facendoci perdere soldi, tempo, energia e speranza.

Lean Startup è un metodo prima di tutto, un metodo che ci lascia  liberi di sperimentare a “spizzichi e bocconi” in continuazione, investendo poco a poco, e soprattutto è l’unico metodo oggi che ci lascia la possibilità di avere step by step un contatto ravvicinato con il nostro potenziale cliente, ovverosia l’unica possibilità vera e propria di capire se si sta prendendo la giusta direzione o no.

Detto questo, ognuno a nostro avviso deve fare come meglio crede. Il metodo Lean Startup peraltro è stato un po’ troppo concepito per i prodotti hi-tech e meno per tutta una serie di servizi che galleggiano tra l’innovativo e la tipica concezione di PMI… “e incroci vari”, almeno in Italia, ce ne sono proprio tanti.

Agile e altri metodi

Interessante è anche la cultura Agile, ne avevamo parlato qualche settimana fa, una cultura, o meglio anche qui una metodologia che accompagna alla perfezione il metodo Lean ovviamente quest’ultimo dedicato agli aspetti di business, e l’altro più connesso a quanto concerne lo sviluppo del prodotto che vede il Cliente al centro di tutto.

Growth Hacking

Ultimissima considerazione, è un qualcosa che sta venendo fuori in questi mesi, ed è una parola che piace, e che si sente sempre più spesso nominare, come quasi  a voler inserire un nuovo modo di fare marketing sempre più orientato alle correnti full stack…   e si chiama Growth Hacking.

Non è il momento qui di approfondire la questione, ci ritorneremo in seguito, ma un growth hacker è la persona probabilmente più indicata ad eseguire A/B test secondo gli schemi del metodo Lean… insomma alla fine tutto torna, ed è possibile non crollare dopo finanziamenti cospicui, basta seguire logiche di organizzazione nel lancio nel prodotto e nella fase di testing del mercato di riferimento.