La pandemia ha portato 300.000 imprese italiane a chiudere e il crollo dei consumi del 10,8%. Per ricominciare nel 2021, provare a riorganizzare il proprio business in un’altra nazione può essere un’idea stimolante che stimola la creatività e la propria capacità imprenditoriale. 

Fra le varie mete europee, la Spagna è fra le più appetibili per la contiguità climatica e la vicinanza culturale, inoltre nel 2020 era 31ª al mondo per facilità di fare impresa secondo “Doing Business 2020” della Banca Mondiale. Ma come fare? Ecco una mini guida. 

I documenti

Non serve avere la cittadinanza spagnola, ma bisogna compiere un iter burocratico di qualche mese. I documenti principali da ottenere sono i seguenti:

  • NIE: Número de Identificación de Extranjero. La tempistica è di tre settimane. Si va alla polizia con il proprio passaporto per richiederlo.
  • Licenza Municipale: Necessaria per qualunque attività, a cui si va ad aggiungere la Licenza Edilizia, per attestare che il locale sia adatto a un’attività commerciale. 
  • Conto corrente: Bisogna aprire un conto corrente in una Banca Spagnola e ottenere così il numero della Seguridad Social. 
  • Censimento fiscale aziendale: Dovete scegliere la forma fiscale più adatta alla vostra azienda, potete scegliere fra diverse tipologie: empresa individual, sociedad civil, sociedad anonima, sociedad limitadada. Dopo averla scelta si sceglierà una firma digitale e ci si iscriverà con il modulo 036, al registro del censimento fiscale. 
  • Partita Iva Spagnola: Bisogna aprire il NIF (Número de Identificación Fiscal). In caso di imprese individuali, corrisponde con il NIE o con il DNI (carta d’identità) spagnolo.

Per risolvere qualunque dubbio in materia è sempre utile rivolgersi alla Camera di Commercio Italiana per la Spagna, che oltre ad organizzare eventi, offre tutte le informazioni utili per l’apertura di nuove attività commerciali: agevolazioni dello Stato Spagnolo, documenti da fare, professionisti da consigliare. 

aprire una start up in spagna

Startup in Spagna

Molte imprese italiane hanno investito in Spagna, ad oggi controllano 2.007 imprese spagnole attraverso partecipate. La maggioranza è del settore manifatturiero (51%), ma un settore in espansione è quello del beauty, che ha visto il lancio spagnolo di Abiby nel 2020. 

Stando a quanto riporta il sito www.superguapas.es: “In Spagna diverse industrie dermocosmetiche hanno avuto la propria origine all’interno di farmacie che creavano prodotti su misura per i propri clienti. Questo ha permesso di realizzare creme, prodotti per la cura del corpo ed estetici di grande qualità, che hanno accompagnato anche la successiva industrializzazione, con l’impiego di laboratori farmaceutici all’interno”. 

Altri costi

Per aprire una start up in Spagna, ai documenti sopra citati bisogna aggiungere la pubblicazione della registrazione in BORME, nella Gazzetta Ufficiale dell’Agenzia di Stato: una sorta di ufficializzazione al pubblico della nascita d’impresa. Tutte le tariffe si pagano online.

Utile per qualunque tipo di dubbio su procedure e finanziamenti, è l’iscrizione all’AJE, Associazione giovani imprenditori. Il costo è di 250 euro l’anno e consente di avere sconti con alcune società di servizi affiliate.