Oggi abbiamo voluto tracciare un profilo per così dire tipico dello sviluppatore web in Italia. Chi è? Come lavora, se lavora da dipendente o in autonomia, quanti anni ha e se è maschio o femmina. Sembrano banalità, ma sono dati utili per capire le dimensioni di una professione in netta crescita e che ogni giorno, grazie a tutta l’ondata di tecnologia alla quale siamo sottoposti, presenta nette propensioni al cambiamento.

Dati Utili Istat 2016

lavoratori ICT in Italia che hanno un lavoro dipendente sono 247.998. Mentre gli autonomi nel settore ICT sono 72.948.

La maggior parte di questi lavoratori sono maschi (84,5%), in un’età compresa tra i 35-54 anni (66,7%), vivono principalmente al Nord Italia (69,2%), la maggior parte è diplomata (58,8%) quasi tutti sono altamente specializzati (97,9%) grazie alla conoscenza di framework di grande prestigio e di ottima duttilità.  Gli sviluppatori web in Italia lavorano prettamente a tempo pieno (85,8%) che a tempo parziale (14,2%).

Interessante è anche un’analisi incrociata di Linkedin in rapporto a questa dell’Istat che mette in evidenza come in Italia nel settore dell’ICT proprio negli ultimi mesi ci sia stato un forte incremento di professioni digitali legate alla SEO e alla SEM più che allo sviluppo web vero e proprio.

Stessa cosa vale per tutti quei mestieri che talvolta ci risultano “un po’ strani”: data scientist, data mining, ecc. Ecco questi sono mestieri in Italia in netta crescita nel settore ICT come nel resto del mondo d’altronde.

Emerge un altro dato di fondamentale importanza a nostro avviso, che il settore è totalmente spaccato in due, tra chi si occupa di sviluppo vero e proprio e chi invece di professioni digitali/Telecomunicazioni.

Può essere decisivo oggi per chi si occupa di ICT svolgere mansioni dove non c’è un certo tipo di “sovraffollamento”. Questo è un settore che ogni giorno e per fortuna sa offrire circostanze nuove, nuovi punti di vista e modalità di eseguire un lavoro, fattori che incidono nel trovare una propria nicchia di mercato utile alle aziende e perché no, anche a lavorare in proprio.